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TECNICA RAKU

"Gioire il giorno"

è questo il significato della parola RAKU

 

Gioire il giorno, vivere in armonia con le cose e con gli uomini…….e questo implica una partecipazione passionale agli eventi che la tecnica del RAKU realizza, infatti come nell'esistere quotidiano gli elementi si incontrano e si armonizzano attraverso un iter tormentato.

La terra incontra il fuoco, e successivamente l'aria e l'acqua e questi violenti shock termici si concretizzano in risultati cromatici, imprevedibili e pieni di vitalità e poesia.

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La ceramica raku è ottenuta con una particolare tecnica di seconda cottura dell’argilla che viene effettuata in un forno a gas; il pezzo viene estratto a caldo con speciali pinze, indossando protezioni contro l’elevato calore,  e viene quindi posto in un contenitore metallico contenente segatura, foglie o carta.
Il contatto provoca l’accensione di una fiamma che produce una riduzione di ossigeno con conseguente formazione di particolari lustri nella smaltatura e annerimento delle parti non colorate del biscotto. Ovviamente ogni creazione raku in terra refrattaria o semi-refrattaria deve essere preventivamente cotta una prima volta, in forno a gas o elettrico, a una temperatura che si aggira sui 1000°C.

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L’origine di questa tipica ceramica artistica viene fatta risalire al Giappone del XVI secolo ed è parte integrante di una delle più antiche tradizioni nipponiche: la cerimonia del tè.
Si tratta di una cerimonia particolare e complessa in cui la gestualità assume una valenza fondamentale, unitamente all’altro elemento centrale: le tazze in ceramica, prive di manico, dalla linea essenziale, con imboccatura più o meno aperta a seconda della stagione in cui vengono impiegate.

Il raku è quindi una tecnica di cottura, il cui nome deriva da quello di un’antica famiglia di ceramisti giapponesi; per questa ragione essa è nota con questo nome solo in Occidente mentre in Giappone sussiste come metodo veloce per effettuare la seconda cottura.
A questa tipologia di creazioni in Oriente viene attribuito grande valore, soprattutto se realizzate dalle più note famiglie di maestri vasai; come ci spiega l’artista Paolo Tartarini nella sua intervista si tratta di pezzi unici che raggiungono elevate quotazioni e che sono attentamente ricercate dagli estimatori.

in Occidente tale tecnica viene parzialmente modificata inserendo la riduzione d'ossigeno che rende gli effetti sopra descritti.

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